Sul fare della sera il dono della vita arriva a destinazione. Sarà per molti una notte lunga e faticosa, ma piena di gioia! Lo sarà per i medici che dovranno fare il trapianto. Lo sarà per i familiari di chi aspettava questo dono, che attenderanno con ansia l'esito del trapianto!
E soprattutto lo sarà per lui o per lei, non ci è dato di saperlo, che da tempo colpita da una malattia di quelle che ti lasciano poco tempo e poca speranza, fiducioso attendeva l'arrivo di quelle preziose cellule che dovranno riformare il suo sangue. Dovranno ridargli la vita!
Non è stata però una missione facile quella del volontario del Nucleo Operativo di Protezione Civile - Logistica dei trapianti. Le ragioni rigorose della privacy ci impediscono di poter dire da dove è partito e dove ha consegnato il prezioso dono di vita che un anonimo donatore aveva messo a disposizione.
Allora cerchiamo di rappresentare questa missione con qualche numero.
Giorni in cui il nostro volontario è mancato da casa, dai suoi affetti, dai suoi adempimenti quotidiani: 4.
Notti in cui ha dormito nello stesso letto: nessuna.
Pasti saltati: qualcuno.
Soddisfazione provata alla fine della missione: tantissima!!!
Livello di adrenalina: alto, molto! e che si è impennato in quel momento in cui un solerte impiegato dell'aeroporto di una città europea quasi dell'est gli ha intimato, rispettosissimo delle regole, che non poteva portare al seguito, nel settore passeggeri dell'aereo, due bagagli. Uno rappresentato dalla sua piccola valigia e l'altro era ovviamente il box che conteneva le preziose cellule che avrebbero riportato la vita all’ammalato di leucemia che le stava attendendo per sottoporsi al trapianto.
A nulla è valso raccontare e spiegare il senso di quel viaggio all’ottuso impiegato dell'aeroporto; e pensare che egli vive e lavora in una città che sicuramente, in passato, ha subito molto i soprusi di un arrogante invasore. Viene da pensare: sarà stato spirito di rivalsa oppure semplice ottusità? Ma senza voler disturbare la storia gli antenati e la guerra, restando ai fatti accaduti, riscontriamo quanto questo ottuso personaggio sia stato intransigente tanto da non permettere che il volontario si portasse al seguito I due bagagli.
Grazie alla sua preparazione ed al suo grande spirito altruistico, il volontario ha immediatamente e senza indugi deciso di far mettere nella stiva la propria valigia ma, per niente al mondo si sarebbe separato dal box che conteneva le preziose cellule dono della vita.
Però da quel momento quanta ansia!
Essendo il nostro volontario giunto all'imbarco del volo di corsa, stanco, trafelato, a causa di un ritardo nella consegna delle cellule avvenuto all'ospedale dove è stato fatto il prelievo di midollo osseo. E quando con il fiato un po' corto è arrivato di fronte alla porta dell'aereo si è trovato di fronte chi gli ha imposto l'out out: o uno dei tuoi bagagli viene messo nella stiva oppure non puoi salire su questo volo.
Come detto non ci ha pensato un attimo e, seppur a malincuore, ha consentito che la sua valigia personale fosse messa nella stiva, anche dietro l’assicurazione che certamente l'avrebbe potuta ritirare alla fine di quel volo! Purtroppo come spesso accade nella gestione dei bagagli da parte delle compagnie aeree, la valigia non è arrivata come promesso! È stata riconsegnata al nostro volontario solo qualche giorno dopo il suo rientro a casa! Questo oltre al disagio personale ha causato una serie di problemi e di ansie che sicuramente si sarebbero potute evitare.
Basta pensare che avendo dovuto decidere davanti alla porta dell'aereo, con l’impiegato che gli faceva pressione, non ha pensato a prendere nient'altro che la documentazione sanitaria relativa al prezioso dono che stava trasportando. Il viaggio era in quel momento solo all'inizio e il volontario ha dovuto fare a meno del portafoglio che conteneva le carte di credito, il caricabatterie del telefono che in casi di difficoltà che si possono incontrare in questi viaggi è uno strumento indispensabile e preziosissimo, perché ovviamente permette di stare in contatto con la nostra centrale operativa e quindi ricevere aiuto per risolvere i problemi che si possono presentare. Quando alla fine del volo il volontario del Nucleo Operativo Protezione Civile - Logistica dei trapianti ha constatato che la valigia non era arrivata, non si è perso d'animo.
Dopo aver informato la centrale operativa ha iniziato ad usare il telefono In modo centellinato. Ha fatto una verifica dei soldi contanti che aveva in tasca ed ha gestito nel modo più oculato anche quelli. Dov'è stato possibile, come per esempio negli alberghi, è stato provveduto dalla centrale operativa a fare dei bonifici.
Dopodiché ha continuato imperterrito il suo viaggio fino alla destinazione dove qualcuno, fiducioso, lo aspettava per poter avere la sua opportunità di rinascita. E dopo tanti sforzi, tante corse e tanta ansia... la gioia e la soddisfazione di aver dato un contributo essenziale per salvare una vita. Sconosciuta ma sicuramente meritevole di tutte le attenzioni.
Resta la riflessione amara di come quell’impiegato dell'areoporto non abbia saputo capire l'importanza di quel viaggio, del gesto di grande generosità che ci stava dietro, compiuto dal donatore che aveva messo a disposizione una parte di sé! Il grande lavoro del comparto sanitario che ne aveva cercato la compatibilità, del volontario del Nucleo Operativo che aveva lasciato la sua casa, la moglie e i figli per qualche giorno, andando a rendersi utile a chi neppure sapeva chi era. E lui, l'impiegatino dell’aeroprto con il suo pedissequo rispetto delle regole, ha fortemente rischiato di vanificare tutti quegli sforzi fatti! E soprattutto rischiato la sopravvivenza di chi, inerme in un letto di ospedale, stava attendendo quel dono. Perché se ci fosse stato un problema più grande di tanto, per cui è necessario qualche documento, qualche accessorio che era custodito in quella valigia, il rischio che tutto saltasse è stato davvero elevato. Immaginare soltanto per un attimo che il bravo volontario avesse avuto un attimo di esitazione ed avesse fatto mettere in stiva il box contenente il prezioso dono, che poi non sarebbe arrivato, una vita sulla coscienza di chi? Non importa, sarebbe stata una vita che non c’era più. E tutto questo per cosa? Per qualche centimetro di spazio nella cabina di un aereo; perché la sua mente non ha voluto capire che con un po' di buona volontà lo spazio per quella valigia dentro l'aereo c'era! Anche perché quella era una valigia speciale, in particolare c’erano strumenti utili a trasportare un dono della vita! Ma invece no, hanno prevalso solo il suo sciocco attaccamento alle regole. Se avessimo preso il nome, lo proporremmo per una medaglia! o magari per un corso di buon senso!